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lunedì 16 gennaio 2012

A proposito di rapporti tra insegnanti e alunni attraverso i social network

Vorrei aprire qui una riflessione sui possibili vantaggi, ma anche sulle possibili criticità (come per esempio perdere autorevolezza agli occhi degli allievi), che possono essere rilevabili nel rapporto tra insegnanti ed alunni nell'essere "amici" su di un social network.
Personalmente ritengo che stia nel buon senso dell'insegnante far uso di questo strumento in modo costruttivo; infatti, essendo possibile oggi condividere (pensieri, video, link, foto, documenti...) in maniera selettiva, credo che rafforzare il legame con gli alunni anche attraverso l'uso dei social network non possa che essere vantaggioso e per lo più permetta agli insegnanti una maggior supervisione laddove l'età risulti particolarmente critica. Il poter instaurare un buon rapporto di fiducia con un adulto, per un adolescente, risulta essere una buona risorsa per non oltrepassare quei confini oltre i quali si potrebbe cadere, oltre che nella trasgressione tipica dell'età, nel pericolo vero e proprio. Essere un insegante oggi e godere della fiducia degli allievi tanto da meritarsi la loro "amicizia" credo sia un valore enorme ed indice di professionalità. Sia chiaro, il mezzo va utilizzato con discrezione e professionalità, appunto, e non come mezzo di controllo o di valutazione, ma questo aspetto è sempre legato all'etica professionale.
A tale proposito ho trovato in rete questo articolo che mi sembra riassuma molto bene quale sia l'atteggiamento professionalmente più corretto: presentarsi sempre, in classe come on line, come modelli e come professionisti dell’educazione.

domenica 15 gennaio 2012

Obiettivo: consapevolezza

Ho trovato questa lezione-"fumetto" di Maurizio Boscarol in rete e l'ho trovata molto appropriata alla nostra discussione: I social network spiegati a Caparezza – 6. 
A proposito di angeli e demoni... W la consapevolezza. Questo è il nostro obiettivo: rendere gli adulti di domani (e in primis noi, adulti di oggi) consapevoli!!!

venerdì 13 gennaio 2012

Quando la classe entra in ospedale grazie al Web 2.0

Due anni fa mio padre ha subito una lunga ospedalizzazione in terapia intensiva alla quale è seguita una riabilitazione in un ospedale di Udine. Qui ho incontrato spesso in corridoio una ragazzina, molto sveglia, con una grave patologia degenerativa e spesso mi sono chiesta che vita sociale avesse e come potesse esserle garantita la scolarizzazione.
Il caso ha voluto che, navigando nel web, mi sia imbattuta proprio nella risposta a questo mio interrogativo ed ho deciso di condividerla con voi perché ritengo sia molto importante comprendere le potenzialità di questi strumenti oltre che cercare di conoscerne i rischi e pericoli.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza i potenti mezzi del web 2.0 e tanti bambini e ragazzi sarebbero privati della possibilità non tanto di accedere alla didattica (infatti la scuola in ospedale in Italia nasce intorno agli anni ’50) ma di conoscere ciò che significa stare in classe: condividere, socializzare, negoziare, narrarsi, ascoltare....
Pongo solamente un unico interrogativo: i docenti sono sufficientemente formati all'uso di queste tecnologie per lo specifico scopo?

sabato 7 gennaio 2012

Social Network: usi e costumi

In questo post vorrei solamente evidenzaire i vari usi che si possono fare dei social network.
A parte l'uso personale di contatto e condivisione con gli amici, alcuni ne fanno un uso privato, o di gruppo, per minacciare o istigare all'odio...
Minaccia strage in sinagoga
Delitto di Putignano
Fecebook: gruppo shock contro i gay
Facebook contro i disabili
Razzismo su facebook
Da questi scaturiscono i relativi controgruppi atti alla loro eliminazione mediatica
Basta con il razzismo su facebook
Stop all'omofobia
No ai down. Ribellione su facebook
C'è chi poi ne fa un uso politico (di gruppo o dei singoli) o di semplice sostegno o dissenso politico.

C'è chi lo usa per  elevare personaggi famosi e chi per criticarl.
C'è poi chi li usa per essere informato su ciò che accade nel mondo e per confrontarsi con altri su queste tematiche. C'è poi chi li usa come svago e divertimento.
Molte persone poi li usano per molte di queste cose insieme
A questo punto la domanda che mi pongo è: quali conseguenze possono avere queste pagine sulla formazione dei nostri ragazzi, sulla loro capacità di leggere ed interpretare il mondo, l'etica, la politica? Possono essere da sprono alla riflessione o streotipi a cui aderire? Personalmente continuo a pensare che lo strumento non vada demonizzato ma sfruttato al meglio ma che sia anche necessario ed urgente (oggi con il web, ieri con la tv ed ancora prima, agli albori, con la scrittura a caratteri mobili) agire a livello di formazione ed educazione. Qualsiasi ragazzo abbia ricevuto un'educazione libera, che abbia favorito la sua capacità di pensiero e riflessione, sarà in grado di compiere scelte e valutare da sé cosa sia sano e positivo e cosa dannoso per la dignità umana. Ritengo che la libertà di pensiero, così come nelle piazze reali, debba essere possibile anche nelle piazze virtuali purché non vada a ledere la libertà e soprattutto la dignità dell'altro (e da qui nasce il dilemma etico).





giovedì 5 gennaio 2012

Il concetto di privacy



Una delle problematiche relative all'utilizzo dei social network, non solo per i minori, è quello della privacy. Ogni qualvolta ci si iscrive ad uno di questi network sociali vengono richiesti dati più o meno personali (dalla data di nascita al numero di telefono, casella di posta elettronica, luogo in cui siamo nati...) alcuni obbligatori (indirizzo mail) altri no ma comunque indispensabili per l’utente che abbia come scopo il farsi riconoscere e trovare.
Per non parlare di tutte quelle scelte di condivisione inconsapevoli: nella metà degli anni 2000 le impostazioni di default di facebook, rispetto a  parametri inerenti le informazioni personali, erano ristretti solo all’utente stesso o ai suoi amici; oggi questi parametri sono stati modificati all’insaputa dell’utente fino a divenire pubblici (molto diversa invece la gestione della privacy in Google+), come si può vedere dall'immagine 


Da una ricerca promossa dall'Unione Nazionale Consumatori, Abi Lab e Skuola.net, in collaborazione con Polizia di Stato e con il supporto di Dada nel 2009 è emerso che più della metà degli iscritti ai social network (il 56%) ha meno di 19 anni, molti di loro però non sono a conoscenza di cosa realmente condividono online e dei sistemi che consentono di gestire la privacy.
A questo punto si apre un capitolo fondamentale per la tutela dei minori, ossia l’educazione e la formazione da parte della famiglia e della scuola. Solamente con l’informazione e la formazione sul modo di agire dei social network, su cosa fanno dei nostri dati, su come impostare la nostra privacy, su cosa si possa pubblicare liberamente e cosa sia meglio non pubblicare mai, su come utilizzare in sostanza questi preziosi strumenti di socialità e condivisione, è possibile proteggere i nostri ragazzi dai vari pericoli della rete.
Molto utile sia per gli adulti che per i genitori il sito sicurinrete.it, centro giovani online, che nasce nel 2004 dalla collaborazione tra Adiconsum e Save the Children, per promuovere un uso responsabile e consapevole dei Nuovi Media da parte dei minori. Ci sono pagine dedicate ai ragazzi e pagine dedicate a genitori e insegnanti, tutte ricche di informazioni utili e suggerimenti indispensabili anche per salvaguardare la privacy dei minori. Qui trovate anche un utile guida per i genitori e qui una per i cittadini in generale, entrambe scaricabili gratuitamente.
Ora vi invito ad intervenire liberamente con suggerimnenti ed idee al fine di riuscire anche noi, nel nostro piccolo, a costruire una sorta di guida per genitori ed insegnanti che favorisca la promozione nei ragazzi di consapevolezza e capacità critica.

mercoledì 4 gennaio 2012

L'idea di questo blog

Questo spazio nasce prima di tutto dai dubbi che come madre, e come educatrice, mi hanno assalito vedendo ragazzini iscriversi a facebook prima dell'età consentita, andando al ristorante e vedendo gruppi di bambini giocare da soli ognuno con il proprio videogioco, guardandomi intorno e scoprendo che i nativi digitali si "nutrono" delle nuove tecnologie.
Io, migrante digitale, appassionata del web ma anche del libro cartaceo, mi chiedo quali siano i limiti e le regole per guidare gli adulti di domani ad un uso consapevole e critico di questi straordinari ma anche pericolosi mezzi, quali rischi e quali cambiamenti ci aspettano e soprattutto cosa potrà cambiare nelle menti e nelle società governate dai nostri ragazzi.
Insomma cosa guadagneremo e cosa perderemo nel prossimo futuro grazie alle nuove tecnologie? Ne varrà veramente la pena?


Spero che questo spazio possa offrire a tutti noi la possibilità di riflettere, confrontarci e creare nuove competenze. Confido nell'intelligenza collettiva.